giuliano

martedì 10 dicembre 2013

AMMAZZARE IL TEMPO: la via di mezzo (27)

















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La via di mezzo: Kurt Godel..... (26)

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Ammazzare il Tempo: la coscienza (28)












.... frequentazione ha peraltro ricavato stimoli importanti per l’analisi logica.
Godel  si è interessato a fondo di filosofia, soprattutto nella seconda parte della sua vita, con grande competenza, forse con l’ambizione non confessata di arrivare a un sistema paragonabile a quello dei suoi grandi punti di riferimento, Kant e Leibniz.
La filosofia per Godel deve essere una teoria esatta, che determini i concetti primitivi della metafisica ed elaborare gli assiomi che li riguardano e che possono essere soddisfatti solo da quelli. Quanto alla scelta dei concetti, talvolta indica Dio, Anima e Idee, altre volte oggetto, concetto, sostanza e causa.




Nel 1940 Godel ebbe una discussione con Rudolf Carnap a proposito dell’interesse di sviluppare una metafisica religiosa che, a sua avviso, poteva essere significativa come la fisica teorica. Alle ovvie obiezioni di Carnap, tipico rappresentante dello spirito del Tempo, rispose che spesso i progressi si ottengono cambiando direzione e che questo non si può sapere in anticipo: è una questione empirica determinare se il potere esplicativo della religione possa essere migliore di quello della scienza.
A Carnap, che gli ricordava come l’idea di Dio risalga alle esperienze e alle immagini infantili, Godel semplicemente obiettò:

Questo non lo credo…

In un questionario sottopostogli nel 1975, alla domanda sulla religione Godel rispose:

Religione: Battista Luterano, ma senza appartenere ad alcuna congregazione, il mio credo è teista non pateista, nel solco di Leibniz più che di Spinoza. 




Di Dio, tuttavia, Godel non parla quasi mai direttamente. Parla invece spesso, perché il problema è collegato al suo lavoro, della mente umana. Molti filosofi superficiali hanno dedotto dal teorema di incompletezza la superiorità della mente sulle macchine…. 
Godel non è caduto in questa grossolana semplificazione, anzi ne ha fornito subito una confutazione, analizzando quello che si poteva concludere dai risultati di incompletezza, vale a dire solo un’alternativa: o la superiorità della mente oppure il suo carattere meccanico, ma relativo a una macchina non trasparente a se stessa, incapace di conoscere il proprio programma o di dimostrarlo corretto (subordinata ai suoi meccanismi e priva di quella completezza che taluni vorrebbero attribuirgli oggi, nel secolo Biotech, forse il peggior pericolo che la mente umana, riflessa nello spirito dei nostri Tempi, possa precipitare ed adeguarsi, subordinando le proprie potenzialità all’altare di un meccanismo riduttivo del suo programmatore, riducendo l’intelligenza, l’intuito, l’anima ad un puro meccanicismo privo di senso forma… ed umana intelligenza… e consegnando il libero arbitrio dell’uomo ad una graduale in-voluzione dove il principio meccanicistico asserve una società privata del Pensiero, Idea e Forma al servizio di una progressiva realtà Orwelliana.).




In una versione del 1972 precisa: 

D’altra parte, sulla base di quello che è stato dimostrato finora, rimane possibile che possa esistere (e anche essere empiricamente scoperta) una macchina per dimostrare teoremi che di fatto è equivalente all’intuizione matematica (vale a dire, alle capacità matematiche della mente), ma che non può essere dimostrata essere tale e nemmeno che fornisce solo teoremi corretti dell’aritmetica finitaria.

Tuttavia Godel era convinto dell’irriducibilità della mente al cervello. Il cervello secondo lui funziona essenzialmente come una macchina di Turing, ma ‘il cervello è un calcolatore connesso a uno Spirito’, anche se lo spirito probabilmente non può sussistere senza il corpo.

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