giuliano

domenica 22 dicembre 2013

AMMAZZARE IL TEMPO: verità scientifica e verità 'teologica' (43)
















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Ammazzare il Tempo: verità scientifica e verità ideologica (39) &

Un mondo pieno di immagini (42) &

Gente di passaggio: Michel de Montaigne (87)

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'Gioconda' verità: due ambasciatori di passaggio (88) &

Verità scientifica e verità teologica: in difesa degli Eretici (44)













Costanza, 6 luglio 1415


Il 6 luglio, nel duomo di Costanza, Hus fu solennemente riconosciuto colpevole d’eresia, come seguace di Wyclif, e sottoposto, tra lo scherno della folla, alla cerimonia della sconsacrazione.
Questi dolorosi avvenimenti gettano una luce particolare sull’interpretazione hussiana dell’imitazione di Cristo. Per Hus essa si riferisce innanzitutto e quasi esclusivamente a Cristo quale vittima di una religione eretta a potenza sacerdotale. Lasciandosi dominare dall’imperativo irresistibile dell’esemplare esistenza del Cristo.
Hus contrappone nei momenti decisivi della sua vita al potere mondano della cosiddetta cristianità, bramosa di sottomettere uomini e ideali, l’incontro con il Cristo dei Vangeli. Il fatto che il Cristo dei Vangeli sia stato condannato e crocifisso proprio da autorità religiose, anzi ecclesiastiche, e sia stato vittima non della verità ma della menzogna organizzata dalla gerarchia sacerdotale, libera Hus dalla tentazione di connettere troppo strettamente la verità evangelica con qualsiasi sistema ecclesiale o sociale.




Tenendo presente questo contesto in cui Hus situa i dolorosi avvenimenti di questi ultimi mesi, possiamo meglio comprendere certi atteggiamenti ed il suo (coerente e contrario all’Anti-Cristo cattolico) dinanzi al Concilio di Costanza.

Il Concetto di Verità in Hus:

Il realismo filosofico medievale, secondo il quale la verità non risiede solo negli enunciati (proclamati dai sacerdoti nelle varie gerarchie del loro potere…) ma nelle cose stesse, favorisce indubbiamente la confessione di Gesù Cristo come tutt’uno con la verità sia divina che umana.
Infatti è proprio la verità incarnata che comprende in sé il divino e l’umano. Poiché la missione di Cristo fu di rendere testimonianza alla verità, tale testimonianza non avrebbe potuto realizzarsi per via più efficace dell’incarnazione della stessa verità. In questo preciso senso Cristo è veridico per eccellenza, è la Verità che rende testimonianza a se stessa.




Cristo è mediatore tra la verità divina e umana, tra la verità increata e la verità creata, grazie alla sua qualità di Verbo nel contempo creato ed increato. Hus si preoccupava di sottolineare l’aspetto creato del Cristo.
Cristo agisce come Figlio di Dio con la sua sola umanità. Posto che la verità della sua umanità è suscettibile di essere definita, essa può divenire oggetto della conoscenza umana. Appartiene di pieno diritto alle cose sensibili e quindi anche alla percezione che le afferra, ed anche intuisce…
… Tenendo conto del contesto in cui ci appaiono le definizioni di verità negli scritti hussiani, colpisce il fatto ch’egli si riferisca sempre all’atteggiamento da assumere dinanzi alla chiesa e alla cristianità contemporanea. E’ quindi esatto affermare che Hus si propone di mettere a punto un sistema oggettivo di etica sociale.




Ora, ai tempi di Hus, la teologia e la giurisprudenza ufficiali non lasciavano sussistere alcun dubbio sull’identità assoluta nell’edificio della cristianità fra verità e autorità istituzionale. Con il parlare di ricerca della verità, con l’invogliare a differenziarne la nozione, con il suo sforzo di accertare criticamente in ogni caso particolare il suo riferimento alla verità critica, Hus solleva la questione delle forme tradizionali di autorità sull’uomo.
Nessuna autorità può degnamente sussistere se non è fedele alla verità.
Il fatto che il Cristo dei Vangeli sia stato condannato e ucciso da autorità religiose e perfino ecclesiastiche, che sia sia stato vittima non della verità ma della menzogna precostituita da una gerarchia sacerdotale, previene Hus dalla tentazione di legare troppo strettamente la verità ad un dato sistema sociale o ecclesiale…. Egli scompone il concetto di verità perché sente molto vivamente la sua responsabilità pedagogica e gli sta a cuore la cura d’anime.




In fondo la verità è una, ma la si può cogliere a diversi livelli, dato che l’avvicinamento dell’uomo al vero è suscettibile di progresso….
Questa semplice formula o verità essa stessa, comporta uno scardinamento dell’ordine sociale del Tempo, allora come oggi, perché retto sulla menzogna…. (e questo lo vedremo in seguito…)...


(A. Molnar, Jan Hus)

















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