giuliano

domenica 7 ottobre 2018

STATISTICAMENTE & SCIENTIFICAMENTE PARLANDO (32)



















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....Poiché ne arriva moltissima, i mittenti ricorrono ai trucchi più vigliacchi per indurre il destinatario ad aprirla e guardare il contenuto. Progettano la busta in modo che sembri contenere un assegno premio o importanti documenti ufficiali, o che sia stata consegnata da un corriere speciale, o che non prestandole la dovuta attenzione si possano addirittura passare dei guai. Oggi, per esempio, ho ricevuto una busta con scritto: ‘Contiene documenti riservati esclusivamente al destinatario… 2000 dollari di multa o cinque anni di carcere per chiunque manometta il plico o ne ostacoli la consegna; US Code Title 18, Sez. 1702’. Evidentemente era una cosa importante. Invece, conteneva un invito a provare un’auto nella città qui vicina.

Con mia enorme disperazione, perfino associazioni assolutamente apprezzabili hanno adottato queste trovate.




Di recente ho ricevuto una busta dall’aria ufficiale con la scritta ‘contiene assegno’. Si trattava della lettera di un importante ente benefico, la Cystic Fibrosis Foundation, che chiedeva una donazione. Accluso non c’era alcun assegno: solo un pezzo di carta – il facsimile di un assegno – che mostrava quale aspetto avrebbe avuto una mia donazione di dieci dollari.

Quando anche enti benefici onesti e animati dalle migliori intenzioni si sentono costretti a mentirti per ottenere la tua attenzione, significa che nel sistema c’è qualcosa che non va. Si finisce per avere la sensazione di non potersi più fidare di nessuno.




Cynthia Crossen, autrice del già menzionato Tainted Truth, sottolinea nel suo saggio che molti presunti studi scientifici sono in realtà fasulli. La Crossen si sofferma in particolare su una ricerca, ampiamente discussa dalla stampa a livello nazionale, secondo la quale il consumo di pane bianco contribuirebbe a promuovere la perdita di peso. Lo ‘studio’ su cui si fondava tale affermazione aveva coinvolto 118 soggetti per due mesi, e in realtà non aveva raccolto alcuna prova a sostegno di quella tesi; i ricercatori dicevano tuttavia di credere che le loro conclusioni avrebbero trovato conferma ‘se lo studio fosse continuato più a lungo’.

Il lavoro era finanziato dal più grande produttore di pane bianco a livello nazionale.

Un’altra ricerca – anch’essa fedelmente e pedissequamente riportata dalla stampa – affermava che il consumo di cioccolato riduce la carie dentale; non vi sorprenderà apprendere che la ricerca, molto discutibile, era finanziata da un importante produttore di cioccolato.

A quanto pare, perfino le pubblicazioni che compaiono sulle riviste mediche più rispettabili non sono al di sopra di ogni sospetto. Lo scorso anno, secondo il Boston Globe, due università – la Tufts e l’UCLA – hanno passato al vaglio gli interessi economici degli autori di 789 articoli pubblicati sulle principali riviste mediche, e hanno scoperto che nel 34 percento dei casi almeno uno degli autori aveva un interesse economico non dichiarato nel successo dello studio. 




Un caso classico era quello di un ricercatore che aveva testato l’efficacia di un nuovo trattamento per il raffreddore e deteneva diverse migliaia di azioni della casa farmaceutica che lo produceva. Subito dopo la pubblicazione del rapporto, il valore delle azioni si impennò e lui le vendette con un profitto di 145.000 dollari. Non sto dicendo che questo studioso avesse distorto i dati scientifici, tuttavia nella sua mente dovrà pure essersi insinuato il pensiero che un risultato negativo avrebbe fatto precipitare il valore del suo pacchetto azionario.

L’esempio più lampante di questo genere di comportamento si verificò nel 1986, quando il New England Journal of Medicine ricevette in contemporanea due articoli su un nuovo tipo di antibiotico. Uno asseriva che il farmaco era efficace, l’altro che non lo era. Emerse poi che l’articolo contenente il risultato positivo era opera di un ricercatore il cui laboratorio aveva ricevuto 1,6 milioni di dollari di finanziamenti dall’industria farmaceutica, e che aveva personalmente intascato 75.000 dollari l’anno dalle aziende coinvolte. L’articolo che perveniva a conclusioni negative, invece, era opera di un ricercatore indipendente che non aveva ricevuto finanziamenti dalle aziende farmaceutiche.

Ma allora a chi devo credere, in chi devo riporre fiducia?

Soltanto in me, temo, e anche in quel caso, solo fino a un certo punto.

(B. Bryson, Notizie da un grande paese)

(per diritto citazione art. 70 Legge 22/04/1941 n. 633)

















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