giuliano

martedì 2 ottobre 2018

LA CACCIA (22)


















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La caccia (21/1)

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Alberi e cavi (& Alberi cavati) (23/4)













'Quando ho cominciato a andare a caccia?
Papà mi prendeva sulle spalle e mi portava su per le
montagne. E ho continuato, vado a caccia da prima
che mi ricordo' (C. Napier).
'Mio padre me l'ha raccontato tante volte.
C'è quest'uomo che si alza la mattina, chiama il figlio,
dice vieni qua, ti faccio vedere una cosa.
C'era la neve in terra.
Esce, fa il giro della casa, e quando trova delle trac-
ce di coniglio dice, figliolo, le vedi?
Dice, la tua colazione è dall'altro capo.
Non avevano niente da mangiare in casa' (B. Simpson).




Chester Napier: 'Qui ci sono un bel po' di cervi.
Tacchini, un sacco di tacchini selvatici. E ogni tanto
vedi un orso, ma la caccia all'orso è chiusa. Non è per-
messo uccidere l'orso. E abbiamo galli di montagna, e
quaglie e conigli, e un sacco di gente va a caccia di pro-
cioni.
Che anche mio padre e io cacciavamo i procioni, e non
ammazzavamo niente che non mangiavamo.
E la penso ancora così.
Non andare a caccia per gioco.
Non ammazzare un orso solo per mettere il trofeo sul
muro. Se non lo mangi, non lo uccidere. Se non lo man-
gi e c'è qualcun altro che lo vuole, va bene ucciderlo e
pulirlo e darglielo.
Cioè, gli indiani facevano così. E così sono cresciuto io'.




In una cultura di caccia, 'le armi fanno parte del nostro
modo di vita....: di solito, ora che arrivano a dodici anni
i ragazzi e le ragazze hanno già imparato a sparare' (D.
Warren).
Marjorie, figlia di Chester Napier, ricevette il suo primo
fucile 'quando ancora non sapevo camminare. E' appeso
lì accanto alla porta, quello su cui mi sono letteralmente
fatta i denti, mordevo il calcio del fucile quando stavo
mettendo i denti'.
Da adulta, nell'esercito, si distinse come tiratrice infalli-
bile.




Tillman Cadle: 'Allora, come ho avuto il primo fucile...
Avevo dieci, forse undici anni. Chiesi a mio padre se
potevo avere un fucile a pallini per Natale.
Lui disse, 'No non puoi avere un fucile a pallini. Potre-
sti colpire qualcuno per sbaglio'.
Dice, 'Ti porto con me e ti insegno a sparare, ti inse-
gno le regole di sicurezza quando usi un'arma.
E a quel punto puoi avere un fucile vero'.
E fece così.




Prese un calibro 22 e mi fece vedere come tenere un fu-
cile, come sparare a un bersaglio, di non puntarlo mai
su qualcuno, e mi disse quando lo caricavo di stare sem-
pre attento a non puntare addosso a qualcuno, tutte le
regole di sicurezza su come usare il fucile.
E dopo che mi ebbe imparato tutte queste cose, e vide
che ero capace di gestire un fucile, disse, 'Adesso, quan-
do metti insieme i soldi, ti puoi comprare un fucile'.




Preston McLain: 'Nello stato del Kentucky puoi portare
un'arma (senza farla vedere) se hai la tessera per 'Con-
cealed Deadly Weapons', armi mortali nascoste.
Nelle montagne del Kentucky orientale pare che tutti por-
tano un'arma: è un modo di vita, uno stile di vita...
E' tutta la vita che vanno a caccia, le usano per autodife-
sa, magari portano la pistola e ci mettono i pallini da cac-
cia, per ammazzare un serpente.
O per far scappare un orso. Non necessariamente per al-
tre ragioni'.




Sid Tibbs. 'E' la natura umana, direi. Che gli Stati Uniti
probabilmente hanno più armi di qualunque altro paese.
Ma il fatto è, i predatori esistono; i criminali ci saranno
sempre.
E da queste parti, fin dal 1837, da quando hanno passato
la legge sulle armi in vista, c'è una cultura appalachiana
che consiste nel portare le armi, nel portare il fucile, quan-
do vai in città.
Il secondo emendamento dice che hai il diritto di portare
le armi... e di uccidere i tuoi nemici.....
Così abbiamo fatto passare la legge sulle armi nascoste,
e funziona bene, ci sono stati tredici incidenti, uccisioni,
mi capisci, ma tutti giustificati, tutti invisibili....'.
(A. Portelli, America Profonda)












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