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San Francesco fra eresia e ortodossia (56)
Guarda O’Mar quanto è bello, disse Dante
a Cecco mentre se tornavano al Sentiero della stalla al tramonto non ancora
alba ed anco alba senza nessun tramonto neppure quella è rimasta neppure quella
se retta dallo grande sconforto de sta Natura guasta…
Laggiù O’Mar combatte la sua guerra amico
de frate Vento e niuno ne manco uno Francesco lo avversa a parte lì Grandi
Altopiani con la Rima e sora Poesia avversi alle schiere delle genti beneandate
con li pullman con le grandi machine con la grande boria che sempre li
accomuna…
Laggiù O’Mar parla con Don Sciotte su
questa e altra guerra degli elementi mentre lui fiero presiede e cavalca la
giostra delli tornei pugna e Genesi d’ogni tormento piegato dallo strano nuovo
evento…
Guarda O’Mar disse Dante a Cecco lo
somaro più bello montato dallo cavallo me so rimasti solo quelli allo porto
della fontana non ancora villa dello Duce che ce conduce senza luce alcuna…
Mentre l’Imperator eterno alterno suo
nemico e amico alto se ne’ito al vento dell’Elemento così adirato per lui un
sollazzo mentre qui se’ piagne pane guasto… e se piscia sangue de’ dolore
marcio…
Guarda O’Mar quanto disgrazia allo porto
de Sancio e Panza mentre li veri disperati se so iti Fini Porti e Arrapati arrampicati
sullo mare sullo colle sulla parete a difesa dell’Isola con lo contorno della
pecunia pisciata e Venere in libera pugna stil antico coricata sulla diga ceduta
allo passo del Guerrino e il Meschino trittico de’ triplice sofferta sofferenza
dallo manico della panza reclamata scoglio dea bellezza tante’ anco lo greco
se’ naufragato de tanto mare guasto…
Ce piegamo e cercamo lo porcino se non se
so magnato anco quello…
Guarda O’Mar mentre faccio lo conto delle
pecore una ad una senza neppure Frate Lupo a’famme compagnia con l’ululato lui
che à guastato tutto lo spettacolo de’ sto mare in libera sofferenza urlata…
E se per questo senza neppure Azzecca lui
lo vero geometra dello sconto giusto in difetto ed in rimessa in eccesso al
doppio che noi ignoranti non ce capimo un cappone uno che uno neppure quello
giù l’orto senza più alba senza tramonto senza hora sveglia de sto mare infame
che à affogato li veri disperati…
La caciotta de pecora migliore rimedio
per lo sconto giusto per la vergine che tanto latte se bevuto e goduto e
riempito la panza dello vero nettare della terra de tutto sto intonaco e
tormento alla villa naufragata…
Guarda O’Mar so tutte le loro noi ce magnassimo
la cicoria non ancora cicuta su sto grande mare su sto grande altopiano su sto
riparo ce potemo bere anche una birra co’lo permesso dell’Imperator da ritorno
dalla pugna…
Guarda O’Mar che disperazione mentre qui
ce sollazzamo senza cacio cacciotta calzare e un poco de’ vino che tutto se’
precipitato e ito al Dio del padrino e noi lo benedicemo e baciamo le mani almeno
un poco de condimento sullo piatto dello vero signore al di là dello grande
mare…
…Attendemo suo responso per quello che se
dovrà fare per quello che se dovrà magnare per quello che se dovrà dire noi
semo pastori pronti per ogni crociata al di là dello grande mare… non ancora
lago de sofferenza patita e mai salpata…
Guarda O’Mar quanto è bello con l’elmo e
la candela noi che lo havemo sfamato e saziato speramo non sappia a male con lo
sangue guasto e pesto de tutto sto casino precipitato dallo cielo fino allo
mare naufragato della nostra grande terra…unita…
Guarda O’Mar quanto è bello salza anche
un poco de vento dalla steppa laggiù dove è calata e salita la nebbia so li
cosacci in libera schiera se so comprati venduti magnati e ubriacati come li
tartari vicino allo fontanile Tibetano lo cavallo incrociato collo cognato de
O’Mar lo meglio somaro non ancora puledro…
Guarda O’Mar tu che eri lo meglio della
steppa adesso abbaia lo cane rumano e noi nemmeno lo capimo co’sto accento
strano co’sto passo strano co’sta bella puledra…
Vengono dalla steppa lo grande deserto
dove tutti pregano e nessun Cristo e Buddà assiso entro o fora le mura
accampato neppure se per questo lo Diavolo disperato de tanta… troppa
sofferenza allo padrino accompagnata… e accalcata fori e dentro le mura…
Guarda O’Mar recitano la stessa preghiera
mentre qui se bestemmia eretica litania che tutto lo mare se affogato e
precipitato in mezzo alla grande steppa non ancora deserto…
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