giuliano

sabato 25 maggio 2019

'SINFONIE' & 'MOVIMENTI' (21)



















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Orrori dei ghiacci e delle tenebre (22/3)













La pretesa di essere ‘al di sopra dei partiti’, di fare appello agli ‘uomini di tutti i partiti’, di ‘rappresentare gli interessi puramente nazionali rimanendo estranei alle contese dei partiti’ caratterizzò tutti i gruppi imperialisti (in Russia i panslavisti si sottraevano alla competizione coi partiti sostenendo semplicemente di non rappresentare altro che l’appoggio popolare dato al governo, giacché questo in quanto ‘potere supremo in azione… non può esser legato a partiti) caratterizzò tutti i gruppi imperialisti, essendo una conseguenza naturale della loro predilezione esclusiva per la politica estera, in cui si supponeva che la nazione agisse come un tutto unico in ogni circostanza, indipendentemente dalle classi e dalle fazioni.

Inoltre, poiché nei sistemi continentali tale rappresentanza della nazione nel suo insieme era stata ‘monopolio’ dello stato, poté sembrare che gli imperialisti ponessero le esigenze di quest’ultimo al di sopra di qualsiasi altra cosa e che gli interessi generali della nazione avessero finalmente trovato in essi il tanto atteso appoggio popolare.




Ma, a dispetto delle pretese di genuina rappresentazione nazionale, i ‘partiti al di sopra dei partiti’ rimasero piccole associazioni d’intellettuali e di persone agiate e, come la Lega pangermanica, riuscirono ad avere un seguito più largo soltanto in periodi di emergenza.

La trovata decisiva dei pan-movimenti o Leghe, non fu dunque quella di porsi al di fuori e al di sopra della partitocrazia bensì quella di chiamarsi ‘movimenti’, alludendo alla profonda sfiducia nei confronti di tutti i partiti, già diffusa in Europa al passaggio del secolo e diventata alla fine così radicale che, ai tempi della Repubblica di Weimar, ogni nuovo gruppo riteneva di non poter trovare di fronte alle masse corteggiate una legittimazione migliore della marcata ostentazione del fatto di non essere un ‘partito’ ma una lega o un ‘movimento’.




Successivamente l’effettiva disintegrazione del sistema europeo dei partiti non venne certo provocata dai pan-movimenti o leghe, bensì dai movimenti totalitari precursori del detto fenomeno (va riconosciuta, come del resto anche l’autrice, l’indubbio 'movimento' nella successiva ‘opera’). Tuttavia i pan-movimenti furono i precursori di questi, dato che eliminarono l’elemento dello snobismo, così vistoso in tutte le leghe imperialiste, e poterono quindi trarre vantaggio dall’odio popolare contro le istituzioni che pretendevano di rappresentare il popolo....




(Tutt’oggi abbiamo una ulteriore ‘evoluzione’ di quanto affermato, giacché si riesce a coniugare ‘opposti’ in medesima volontà di comando e conquista, quindi rileviamo e riveliamo una ‘paradossale’ condizione in cui la Storia, e non solo la ‘politica’ che ne coniuga il corso, posta. Chiamarla nell’‘involuto atto ‘evoluzione’, mi sembra di interpretare la verità affine allo scenario odierno dove il terreno in cui precipitata la ‘conquista’ affine al potere, si scontra e coniuga con due opposti modi di comporre ugual singolo ‘movimento’ o ‘lega’. Lo scontro con tutti i ‘naturali’ ‘elementi’ contrari al viaggio detto, incarnato nella volontà di conquista ‘al di sopra’ della Storia ‘navigata’ e coniugata con altrettanti ‘elementi’ evoluti dagli stessi (come l’uomo e la natura), produce quella distaccata naufragata se pur concreta ‘ascesa e/o discesa’ in cui l’aerostato tenderà a concludere la propria industriosa incompatibile ‘conquista’ ai venti esposta, sia i naturali moti di cui la Natura, sia i venti (popolari) di cui si nutre l’aerostato della Storia. Se pur sfidando o appagando nella duplice natura ciò di cui l’aspirazione dell’uomo o sete di conquista. Duplice Natura ai venti posta, in cui se pur l’Opera di elevato ingegno, difettevole alla latitudine in cui posta. Così come un altro valente militare e ugual conquistatore (polare) provò medesimo limite nella ‘imperiale’ volontà di conquista traducendo una disfatta in tragico teatro di vittoria. Un po’ ciò che potremmo rimproverare alla nostra Hannah miope circa i vari modi della imperiale dottrina economica ‘innestati’ nella politica i quali hanno conseguito e partorito sempre e solo danni alla Storia detta. Così e  per concludere, possiamo assistere ad ogni impropria ‘conquista’ e ‘movimento’ certamente espressione della Storia incarnata e ‘al di sopra’ della stessa, in cui, però, il vero Elemento del Diritto derivato dalla Natura maturato nei secoli, negato, oppure e ancor peggio, sottratto alla vera ‘esperienza’ storica [e naturale] dell’uomo…).




A partire dalla fine del secolo scorso la reputazione del sistema parlamentare andò costantemente declinando, finendo per apparire, agli occhi della massa, un’istituzione costosa e superflua. Perciò ogni gruppo che cominciava la sua attività fuori dal parlamento con un programma ‘al di sopra degli interessi di partito e di classe’ aveva buone probabilità di diventar popolare.

I gruppi del genere sembravano più competenti, più sinceri, più solleciti del bene pubblico. Era naturalmente così solo in apparenza, perché il loro vero fine era quello di tutelare un interesse particolare a scapito di tutti gli altri e di impadronirsi dell’apparato statale.

È ciò che avvenne in Italia col fascismo, che fino al 1938 non fu un vero regime totalitario, bensì una comune dittatura ( a cui il popolo sovrano unito ancor aspira) nazionalistica, nata dalle difficoltà di una democrazia multipartitica.

(H. Arendt, Le origini del totalitarismo)














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