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Prosegue negli...
Orrori dei ghiacci e delle tenebre (22/3)
La
pretesa di essere ‘al di sopra dei partiti’, di fare appello agli ‘uomini di
tutti i partiti’, di ‘rappresentare gli interessi puramente nazionali rimanendo
estranei alle contese dei partiti’ caratterizzò tutti i gruppi imperialisti (in
Russia i panslavisti si sottraevano alla competizione coi partiti sostenendo
semplicemente di non rappresentare altro che l’appoggio popolare dato al
governo, giacché questo in quanto ‘potere supremo in azione… non può esser
legato a partiti) caratterizzò tutti i gruppi imperialisti, essendo una conseguenza
naturale della loro predilezione esclusiva per la politica estera, in cui si
supponeva che la nazione agisse come un tutto unico in ogni circostanza,
indipendentemente dalle classi e dalle fazioni.
Inoltre,
poiché nei sistemi continentali tale rappresentanza della nazione nel suo
insieme era stata ‘monopolio’ dello stato, poté sembrare che gli imperialisti
ponessero le esigenze di quest’ultimo al di sopra di qualsiasi altra cosa e che
gli interessi generali della nazione avessero finalmente trovato in essi il
tanto atteso appoggio popolare.
Ma, a
dispetto delle pretese di genuina rappresentazione nazionale, i ‘partiti al di
sopra dei partiti’ rimasero piccole associazioni d’intellettuali e di persone
agiate e, come la Lega pangermanica, riuscirono ad avere un seguito più largo
soltanto in periodi di emergenza.
La
trovata decisiva dei pan-movimenti o Leghe, non fu dunque quella di porsi al di
fuori e al di sopra della partitocrazia bensì quella di chiamarsi ‘movimenti’,
alludendo alla profonda sfiducia nei confronti di tutti i partiti, già diffusa
in Europa al passaggio del secolo e diventata alla fine così radicale che, ai
tempi della Repubblica di Weimar, ogni nuovo gruppo riteneva di non poter
trovare di fronte alle masse corteggiate una legittimazione migliore della
marcata ostentazione del fatto di non essere un ‘partito’ ma una lega o un
‘movimento’.
Successivamente
l’effettiva disintegrazione del sistema europeo dei partiti non venne certo
provocata dai pan-movimenti o leghe, bensì dai movimenti totalitari precursori
del detto fenomeno (va riconosciuta, come del resto anche l’autrice, l’indubbio 'movimento' nella successiva ‘opera’). Tuttavia i pan-movimenti furono i
precursori di questi, dato che eliminarono l’elemento dello snobismo, così vistoso
in tutte le leghe imperialiste, e poterono quindi trarre vantaggio dall’odio
popolare contro le istituzioni che pretendevano di rappresentare il popolo....
(Tutt’oggi abbiamo una ulteriore ‘evoluzione’
di quanto affermato, giacché si riesce a coniugare ‘opposti’ in medesima
volontà di comando e conquista, quindi rileviamo e riveliamo una ‘paradossale’
condizione in cui la Storia, e non solo la ‘politica’ che ne coniuga il corso,
posta. Chiamarla nell’‘involuto atto ‘evoluzione’, mi sembra di interpretare la
verità affine allo scenario odierno dove il terreno in cui precipitata la
‘conquista’ affine al potere, si scontra e coniuga con due opposti modi di
comporre ugual singolo ‘movimento’ o ‘lega’. Lo scontro con tutti i ‘naturali’ ‘elementi’
contrari al viaggio detto, incarnato nella volontà di conquista ‘al di sopra’ della
Storia ‘navigata’ e coniugata con altrettanti ‘elementi’ evoluti dagli stessi (come
l’uomo e la natura), produce quella distaccata naufragata se pur concreta ‘ascesa
e/o discesa’ in cui l’aerostato tenderà a concludere la propria industriosa
incompatibile ‘conquista’ ai venti esposta, sia i naturali moti di cui la
Natura, sia i venti (popolari) di cui si nutre l’aerostato della Storia. Se pur
sfidando o appagando nella duplice natura ciò di cui l’aspirazione dell’uomo o
sete di conquista. Duplice Natura ai venti posta, in cui se pur l’Opera di
elevato ingegno, difettevole alla latitudine in cui posta. Così come un altro
valente militare e ugual conquistatore (polare) provò medesimo limite nella
‘imperiale’ volontà di conquista traducendo una disfatta in tragico teatro di
vittoria. Un po’ ciò che potremmo rimproverare alla nostra Hannah miope circa i
vari modi della imperiale dottrina economica ‘innestati’ nella politica i quali
hanno conseguito e partorito sempre e solo danni alla Storia detta. Così e per concludere, possiamo assistere ad ogni
impropria ‘conquista’ e ‘movimento’ certamente espressione della Storia
incarnata e ‘al di sopra’ della stessa, in cui, però, il vero Elemento del Diritto
derivato dalla Natura maturato nei secoli, negato, oppure e ancor peggio,
sottratto alla vera ‘esperienza’ storica [e naturale] dell’uomo…).
A partire
dalla fine del secolo scorso la reputazione del sistema parlamentare andò
costantemente declinando, finendo per apparire, agli occhi della massa,
un’istituzione costosa e superflua. Perciò ogni gruppo che cominciava la sua
attività fuori dal parlamento con un programma ‘al di sopra degli interessi di
partito e di classe’ aveva buone probabilità di diventar popolare.
I gruppi
del genere sembravano più competenti, più sinceri, più solleciti del bene
pubblico. Era naturalmente così solo in apparenza, perché il loro vero fine era
quello di tutelare un interesse particolare a scapito di tutti gli altri e di impadronirsi
dell’apparato statale.
È ciò che
avvenne in Italia col fascismo, che fino al 1938 non fu un vero regime
totalitario, bensì una comune dittatura ( a cui il popolo sovrano unito ancor
aspira) nazionalistica, nata dalle difficoltà di una democrazia multipartitica.
(H.
Arendt, Le origini del totalitarismo)
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