giuliano

domenica 12 gennaio 2020

I NOSTRI 'PASSI' PEI BOSCHI (16)





















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Gita nei Boschi.

Il dottore Ebermayer, direttore degli osservatori di meteorologia forestale in Baviera, ha testé pubblicato un’opera dalla quale l’Agricoltore Ticinese riassume alcuni dati relativi all’influenza delle foreste sul clima, che ci sembrano importanti, la temperatura media annuale del suolo è meno elevata nel bosco che non fuori. La maggior differenza per la temperatura del suolo nel bosco e quella del suolo non boscato si verifica in primavera; nell’estate essa raggiunge (nei luoghi dove ha sperimentato l'autore) 4° centesimali alla profondità di 60 centimetri (1 braccio federale).




In autunno questa differenza diminuisce, e cessa completamente nello inverno. La temperatura media pel suolo diminuisce con l’altitudine del luogo sul livello del mare, ma più rapidamente pei suoli scoperti che non per quelli coperti dalle foreste. In Baviera la diminuzione è di un grado centesimale per 171 metri nei suoli scoperti e per 198 metri nello foreste.

Le foreste dunque moderano lo variazioni della temperatura del suolo, ma diminuendo la massima più che non aumentando la minima. E sotto la loro difesa le variazioni di temperatura giungono a minor profondità, la quale d’altronde è tanto più piccola quanto è più grande l’altitudine sul livello del mare. L’influenza delle foreste sulla temperatura dell’aria è la stessa di quella che esse spiegano sul suolo, colla differenza che è meno pronunciata. La media temperatura annuale è più bassa nell’aria della foresta del dieci per cento di quella che è nell’aria fuori del bosco.




Le foreste dunque temperano gli estremi di temperatura, ma diminuendo più la massima dell’estate che non elevando la minima dell’inverno. In estate, e segnatamente a metà del giorno, l’aria essendo meno calda nello foreste che non sia fuori di esse, si ha tendenza alla produzione di una corrente d’aria proveniente dalle foreste verso lo località circostanti. Di notte accade il fenomeno inverso, si produce una corrente dal di fuori verso la foresta. E queste correnti, benché assai limitate, sono analoghe a quelle che si osservano sulle rive dei laghi e su quelle dei mari.

La temperatura degli alberi nelle foreste fu trovata intermedia fra quelle dell’aria circostante all’albero e quella dello strato terreo nel quale si trovano le sue radici. In estate e di giorno la temperatura dell’inverno dai tronchi è tanto più bassa comparativamente a quella dell’aria circostante, quanto più è grosso il tronco, e quanto meno la scorza è conduttrice del calore. Però anche la qualità del legno ha un’influenza su questa temperatura; così essa si è trovata prossima alla temperatura dell’aria nell’interno dei tronchi di faggio che non dentro ai tronchi di quercia. In vicinanza alla corona degli alberi la temperatura media del tronco fu trovata tal poco più elevata che non ad un metro e mezzo di altezza dal suolo.




L’umidità relativa nel bosco e fuori del bosco non è la stessa; è maggiore là dove l’aria è più fredda cioè nel bosco; ma la tensione del vapore acqueo è in generale la stessa in entrambi i luoghi.

L’influenza delle foreste sull’umidità dell’aria è maggiore sulle montagne che non in pianura, e in estate che non nelle altre stagioni. La differenza tra l’umidità relativa dell’aria nel bosco e quella fuori del bosco raggiunge un massimo del 10 per cento in più per la prima località nel mese di giugno.

Variazioni eguali a queste presentate dalla umidità si sono verificate, nelle indagini di Ebermayer, anche per l’ozono. Così nelle foreste, o anche soltanto in vicinanza di esse, l’aria è più ricca di ozono che non nei luoghi poco o non affatto boscati. La quantità d’ozono vi è maggiore d’inverno che non in estate, ciò che dimostra non potersi attribuire la formazione dell’ozono all’azione delle foglie degli alberi. L’ozono è più abbondante nei mesi più umidi dell’anno e sulle montagne che non nelle pianure.




La quantità di pioggia, che cade annualmente aumenta con l’altitudine del luogo sul livello del mare. La quantità di pioggia che giungo direttamente sul terreno è minore nei luoghi boscati che non per quelli nudi. La differenza raggiunge il 20 e il 22 per cento in media pei boschi di essenze a fogliame caduco, e il 26 per cento per quelli di conifere a fogliame sempre verde. Una parte però di quest’acqua di pioggia che le piante col loro fogliame impediscono  direttamente cadere sul suolo, giunge sul terreno fluendo lungo i rami e i tronchi, sicché in ultima analisi la quantità totale di acqua che riceve un suolo boscato è di poco inferiore a quello che riceverebbe se fosse spoglio di vegetazione. Ma siccome l’evaporazione del suolo nei boschi è circa un sesto di quella che si verifica fuori dei boschi, è chiaro che quelli devono ritenere una maggiore quantità di acqua che non ritengono i suoli non boscati. I suoli delle foreste hanno un grado di permeabilità all’acqua maggiore di quello posseduto dai suoli di egual natura non boscati. Però i suoli dei terreni boscati sono in generale tal poco più permeabili quanto sono coperti di fogliamo morto e sono più ricchi di terriccio che non quando ne sono privi.




Ebermayer trovò che sul complesso di un anno le quantità di acqua lasciate passare dal suolo sono rispettivamente fuori del bosco 50 e 54 per cento della pioggia caduta: nel bosco privo di strame 67 per cento della pioggia caduta; nel bosco con strame e terriccio 66 e 77 per cento della pioggia caduta.

Sull’evaporazione superficiale delle masse di acqua le foreste hanno un’influenza ancor più grande. Nel bosco l’evaporazione fu trovata in media del 64 per cento minore che non fuori del bosco. Una cotale influenza si spiega più forte in estate che non d'inverno; ma essa si mantiene anche in quest’ultima stagione, e non cessa come si è veduto accadere per la temperatura del suolo. Ciò condurrebbe ad ammettere che lo stato di maggior umidità relativa dell’aria nell’interno dei boschi sia da attribuirsi in gran parte alla maggior calma che vi ha l’aria stessa.

Sull’evaporazione del suolo l’influenza delle foreste è in tutto analoga a quella che si verifica sull’evaporazione di una massa d’acqua, soltanto  che raggiunge un limite maggiore durante la stagione della vegetazione. Infatti in quest’epoca l’evaporazione del suolo nell’interno di un bosco è di 84 per cento minore che all’esterno. Così mentre il suolo nudo fuori delle foreste perde per evaporazione 100 volumi di acqua, il suolo boscato non ne perde che 15, ossia un sesto circa.














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