giuliano

sabato 4 settembre 2021

IL MITO (19)

 
























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Devo anche anticipare qualcosa di ciò che ho da dire riguardo al rapporto del potere di Atena con la vita organica, tanto da notare che il suo nome, Pallade, si riferisce probabilmente al fremito o vibrazione dell’aria; e al suo potere, sia come forza vitale, sia come onda comunicata, su ogni tipo di materia, nel dargli movimento vibratorio; primo, e più intenso, nella voce e nella gola dell’uccello, che è l’aria incarnata; e così discendere attraverso i vari ordini della vita animale al mormorio vibrante e semivolontario dell’insetto; e, ancora più in basso, al sibilo o al fremito della coda del serpente semiaffogato e della vipera sorda; tutti questi, tuttavia, sono interamente sotto il dominio di Atena in quanto rappresentavano il respiro o il potere nervoso vitale.

 

Tale era la vitalità generale del credo pagano nella sua forza. Della sua diretta influenza sulla condotta, come ho detto, mi è impossibile parlarne ora; solo, ricorda sempre, nel tentativo di formarne un giudizio, che ciò che di buono o di giusto fecero i pagani, lo fecero senza cercare ricompensa. Le forme più pure della nostra stessa religione sono sempre consistite nel sacrificare meno cose per vincere sempre di più, il tempo per vincere l’eternità, il mondo per vincere i cieli.




L’ordine ‘Vendi ciò che hai’ non è dato senza la promessa: ‘Avrete un tesoro in cielo’; ebbene per il cristiano moderno se accetta l’alternativa come l’ha lasciata il suo Maestro, praticamente non legge il Suo comandamento e  così si enuncia per una ‘nuova terra promessa’: ‘Vendi quello che hai al miglior mercato e al miglior offerente senza scrupolo alcuno, e avrai un tesoro per l’eternità’.

 

Ma i poveri Greci delle grandi età non aspettavano ricompensa dal cielo se non onore, e nessuna ricompensa dalla terra se non riposo; sebbene, quando, a quelle condizioni, pazientemente e orgogliosamente, adempirono il loro compito del giorno concesso, un istinto irragionevole di una benedizione immortale uscì dalle loro labbra in un canto; e loro, anche loro, avevano talvolta un profeta per dire loro di una terra ‘dove c’è il sole sia di giorno che di notte, dove non avranno più bisogno di turbare la terra con la forza delle mani per il pane quotidiano; ma le brezze oceaniche soffiano intorno alle isole benedette, e i fiori d’oro ardono per sempre sui loro alberi luminosi’.

 

(J. Ruskin)




 *[Un meccanismo ripetuto in maniera incondizionata per milioni di anni in una lenta progressione numerica che sottintende lo zero e da esso si evolve in maniera esponenziale verso l’infinito progredire. In cui le tracce del linguaggio si riconoscono in icone di frammenti discorsivi dissociati nell’universo degli eventi, nelle grotte del nuovo millennio dove frammenti del mondo e dell’universo corrono su circuiti super-veloci, e dove, nomi e definizioni ci sfuggono una volta di troppo.

 

La tecnica oggi ci insegna soprattutto questo.

 

Assistiamo ad un nuovo processo dove i ‘punti’ di evoluzione possiamo riconoscerli nelle tappe della stessa. Preferiamo la serena disquisizione Filosofica che unisce, nell’intenzione di una possibile verità comune, fra un mito e il proprio ed altrui Elemento perfetto. Per la continuità della vita come l’abbiamo sempre conosciuta e vorremmo conoscerla per sempre. Penetrando i suoi segreti per preservarla da una fine fuori tempo e fuori luogo. Fuori dal suo tempo originario, e fuori dal  reale contesto che l’ha originata per la sua continuità e perfezione.




Rifletti!

 

Osserva stasi e puntinato reclamare le loro antiche ragioni dall’evoluzione enunciate!

 

Rifletti!

 

Incredibile rilevare e rivelare la ‘brevità’ dell’attimo (qual punto) della Natura nella manifestazione della propria completezza per ogni Stagione colta  inversamente proporzionale al profondo duraturo sentimento il quale nell’Anima suscita stagione della vita nella prolungata statica incertezza (testimonianza dell’affinità dell’Anima detta nello scoprire il proprio punto di appartenenza e con questo la distanza riflessa progressivamente diminuire al quadrato della stessa dalla Sorgente principio della propria Natura persa nella materiale consistenza).

 

Rifletti!

 

Guarda ed osserva la brevità o il singolo Frammento di un’alba e di un successivo tramonto nell’attimo di luce colto in un singolo Elemento: prospettiva la quale risalta l’animo apparentemente estinto o il semplice Pensiero ad un più elevato Spirito. Un singolo Frammento (come un punto… nella dimensione della vita agognata) in cui cotal prospettiva nell’arco di ugual e magnifica armonia (stasi della materiale vita), nei pochi secondi (o terzi minuti) distillata, indelebili per un’esistenza intera protratta, e non solo nell’Opera…, ma anche ed in ciò quale nostra Natura in Lei riflessa…




Rifletti!

 

Osserva la stagione del tempo correre da un fiore ad un fiocco di neve (o da un fiore ad un cubo perfetto) e viceversa, se pur tanti colori lungo il Sentiero e l’Albero appena imbiancato nutrire lo Spirito… eppure solo quel singolo fiore e primo fiocco di neve (qual impercettibile puntino) conferire Parola di cui eterna coscienza e futura conoscenza del comune Spirito condiviso, il qual rileva l’intento posto, simmetrico tra un fiore ed un fiocco di neve in ugual stagione della vita!

 

Rifletti!

 

Guarda la vita di chi privo di Parola relegata alla passiva condizione in cui l’uomo è solito riporre (presunto) inferiore e bestiale motivo, Natura senza alcun Dio! Eppure in quella frammento vi è tanta armonia e perfezione dal quale l’umano deriva, impossibilitato in ugual maniera se non riprodurre o distruggere tale brevità in ancor più breve tempo (inversamente proporzionato alla distanza dalla sorgente da cui scaturita la vita: pochi anni neppur un Secolo per tanto ‘cogitato’ scempio  nei millenni del Tempo privo di Pensiero!).




Osserva e ascolta il canto di un’idea dall’alba di un stesso giorno sfiorare e nutrire con il suo volo e seguire identico suo Pensiero: donare gravità per identico libro scritto nella Natura, in ciò che ugual istinto apparentemente privo di ricchezza fanno proseguire medesimo tuo Sentiero in assenza di quella (gravità detta). Non v’è maestro più accorto! Non v’è libro più bello! Non v’è suo e tuo Spazio condiviso più sublime in assenza di quella! Il peso della vita abdicato ad un Frammento! E’ pur solo un momento, ma il tempo necessario per meditare la giusta via la qual decide identica sorte dal cielo fino alla terra evoluta!

 

Rifletti!

 

Guarda come corre l’acqua quale elemento evoluto nella stagione della vita principiare e coltivare Pensiero di cui indispensabile nutrimento, è pur sufficiente estraneo Elemento nella stasi cogitato (da chi più evoluto di quello) per scomporre il Tempo qui narrato da un puntino nato… E quell’armonia quell’equilibrio nella gravità raccolto, precipitare scomposto tempo là dove regnava equilibrio scritto nell’evoluzione e armonia per ogni Elemento letto! Inversamente proporzionato alla distanza dalla fonte da cui nato Universale Principio regolatore… oscurare la luce…




Rifletti!

 

Pur vera condizione la quantità di luce emessa da una sorgente diminuire in proporzione inversa al quadrato della distanza della sorgente luminosa, supposta puntiforme; ed aggiungiamo: a maggior ragione e conferma quando la sorgente oscurata nella gravità dell’estraneo e materiale motivo, non nel puntinato tempo ma nella stasi cui evoluta ogni differente ed estraneo principio della sorgente stessa - nella stasi nominata vita - diminuire al quadrato della distanza dalla fonte nella quale la stagione regola ogni Elemento, precipitare scomposto ed aliena natura nella spirale cui la sorgente e l’Elemento il quale disseta e sazia ogni sapere avversi al puntino, qual fiore o fiocco di neve dell’enunciato posto, ed alieni al concetto cui il Tutto esposto… Nutrire involuzione non consona alla psiche, neppure se per questo, alla Natura, ma al contrario stasi scritta nella negazione della Coscienza cresciuta nella fisica natura [divisa fra ‘Psiche e Natura’] riconosce propria corteccia all’Albero della vita cui raccogliamo frutto e giusto sapere ma ora appassito alla foglia pur secca al frutto poco maturo con cui scrivere ugual libro e Sentiero…




Rifletti!

 

Chi, in verità e per il vero, povero o ricco di mondo in ragione di quanto dal ramo raccolto?

 

Chi nutre il proprio spirituale appetito e nel bosco fuggito come lupo descritto dal nuovo puntinato e da pixel scrutato qual pazzo malfermo malconcio sudato Sentiero con poco o nulla cui saziare il suo cammino!

 

O chi, invece, in ragione di quello ingrassare la propria limitata e breve pecunia al ventre di un più materiale nutrimento inquisendo e cacciando l’Eretico quale eterna paura di una Verità senza Tempo!

 

Chi gode della vista e chi della vita nella doppio principio cui la Natura in ugual occhio evoluta alla caccia convenuta?




Ed ancora!

 

Rifletti!

 

Chi proteso, o chi invece, solo convinto della vetta e nell’abisso specchio di una sorgente dissetare e appassire il proprio ed altrui precipizio? Ed assieme aspirare ugual cima?

 

Chi crede nella vita ed in quella scrutare ed enunciare invisibili Panorami: stratigrafie da quanto il mondo nato rilevare e rivelare più certa e non paradossale geologia?

 

E chi invece da quelli nutrire diletto per ogni materiale venuta!

 

Rifletti!

 

Medita la brevità priva di Parola a cui negano Anima o intento, in quella è scritta l’intera Rima riflessa nel statico tuo cammino in ugual Sentiero posto  come questo piccolo Frammento di una ‘Vela al vento’… All’Albero maestro di un’onda pari ad un Secondo cogliere l’infinita bellezza di un Tempo perso come l’inizio dell’intero Creato…]

 

(Giuliano)












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