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Quando Dio ride (Prima parte)
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Circa i Diritti d'Autore (Quarta parte) & (5)
Salustio
‘Una
risposta a proposito’,
…disse,
‘fatta a
macchina come un pezzo di stoffa di cotone. Il giudizio del mondo! E il mondo
ne sa qualcosa a questo proposito!? Come voi, è fuggita dalla vita. È stata vinta.
Velata la vedi in quella fumosa dottrina dipinta fuori e dentro il convento in
cui posta. Tirò fuori il sudario bianco della stanchezza. E nessuna città
assediata ha mai sventolato quella bandiera con tanta amarezza e lacrime’.
‘Ora ti
racconterò tutta la Storia, e tu devi credermi!
Perché io
so!’
‘Avevano
riflettuto sul problema della sazietà (dell’Anima come dello Spirito). Amarono
l’amore la bellezza di Dio e conobbero completamente il valore di esso. Lo
amavano così tanto che erano desiderosi di tenerlo sempre caldo e fremente nei
loro cuori come il vero unico sommo bene. Essi accolsero con favore la sua
venuta temendo il male.
Il male
ora dappertutto!’
L’amore è
il desiderio di vita e della Natura, ed essi lo trattenevano come un dolore
delizioso una pena deliziosa, e quando trovarono quello che cercavano morì
(giacché morta). L’Amore negato viveva, l’amore soddisfatto morì. Mi seguite?
Essi compresero che non c’è scopo di vivere desiderando ciò che già si possiede
o si pensa possedere. Mangiare ed essere ancora affamati è un problema che
nessun uomo è mai riuscito a risolvere. Il problema della sazietà. È così. Infatti
sono ingordi non asceti e asceti ingordi nello stesso strano tempo! Avere e conservare
il maggior appetito davanti ad una tavola ricolma di cibi eppure essere asceti.
Questo il loro problema, perché loro amano l’Amore saziato da un diverso
Spirito e Principio. Spesso lo discutono con tutti i dolci ardori dell’Amore e
del Bene traboccanti nei loro occhi, con il sangue rossastro che tinge le loro
ed altrui guance nell’inutile umana violenza raccolta; nascondendosi in un
tremolio nella gola, per tornare poi ad esprimersi in un suono dettato dalla
Natura: ineffabile beatitudine che Lei solamente può emettere come il lieve
fruscio di un albero che muove le sue e loro foglie al vento.
Come faccio a sapere tutto questo?
Ho
visto... molto.
Molto
altro ho imparato dal loro vangelo.
Questo l’ho
trovato nel diario di Lei la tua Madonna:
Perché,
davvero, quella voce errante, quel bisbiglio crepuscolare, quel respiro così
dolce come rugiada, quel liuto dalle ali di fiamma... suonatore di liuto che
nessuno vede solo per un momento, in un luccichio arcobaleno di gioia, o all’improvviso
lampo di passione, questo squisito mistero che chiamiamo Amore e Sommo Bene,
arriva, almeno ad alcuni visionari rapiti e poi indistintamente perseguitati; non
con una canzone sulle labbra che tutti possano sentire, o come una violenta
violenza della musica pubblica, ma come agitato dall’èstasi muta del desiderio
la più sublime sinfonia.
Come trattenere
quell’alato suonatore di liuto dalle ali di fiamma con la sua muta eloquenza di
desiderio? Celebrarlo voleva dire perderlo perché nessuno avrebbe compreso
siffatta celebrazione. Il loro reciproco amore è un grande amore. I loro granai
sono traboccanti di abbondanza, eppure hanno bisogno di conservare intatto l’acuto
desiderio del loro amore. Né erano magre piccole matricole che teorizzavano
sulla soglia dell’Amore. Erano anime robuste e leali. Avevano amato, come
altri, prima di incontrarsi e, in quel tempo avevano soffocato l’amore con le
Poesie lo avevano ucciso cantandone le lodi agli altri e seppellito nella tomba
della inutile materia la quale non ha compreso. Non sono degli spettri freddi
quest’uomo e questa Natura, sono umani evoluti e dei divenuti per ogni Elemento
ucciso. Non hanno patria né sobrietà sassone nel loro sangue. Il colore di esso
è il rosso tramonto. Loro brillano con esso. Conservano in loro la gioia della
carne come i francesi. Sono idealisti, ma il loro idealismo è Universale. Non è
temperato dal freddo e dal fluido tenebroso che per l’inglese serve come
sangue. Non c’è stoicismo in loro.
Erano e
sono tutto ciò che ho detto, ed erano e sono fatti per la gioia. Ma ebbero contro un
pregiudizio. Siano maledetti i pregiudizi! Giocavano e combattevano logicamente
e fu questa la loro logica.
Bene torniamo
alla Logica, l’uomo e la Natura si dissero: "Perché amarsi una volta sola? Se amarsi
una volta vuol dire anche dividersi nel nostro amore così pensato, non è più
saggio divenire una sol cosa e non amarsi affatto come tutti gli altri amano".
Sono uno e non due nel desiderio negato oppure consumato?
Sono uno e non due nel desiderio negato oppure consumato?
Pensaci!
Così possono
mantenere in vita l’amore nato digiunando come l’amore per sempre pensato. Fu
ed è questo il più grande peccato da loro consumato. La più grande Eresia!
Pensaci
ancora!
Forse hanno
raggiunto questo pagano principio divenuto pregiudizio…
Ma essi
sono più saggi ancora, più d’ogni fallace dottrina: non volevano amarsi così
come è ed è sempre stato, e neppure lasciarsi, si unirono per dio! Poi la Terra
si squarciò come per maledizione o miracolo… come quello stesso Dio crocefisso
ecco il segreto mai rivelato.
Io li
osservo così come un tempo, medesimo tempo
osservato…
È uno
spettacolo per dio, quell’uomo e quella Natura sposati che assieme cantano e
rimano canzoni d’amore con una freschezza verginale come l’amore appena nato,
con la maturità e ricchezza di ardore che i giovani amanti non potranno mai conoscere.
I giovani innamorati di medesimi ideali sono pallidi e anemici accanto a quella
coppia a lungo sposata. Vederli con tutto il fuoco e fiamma e la tenerezza da
una distanza tremolante, prodigandosi a distanza carezze più che inutili
preghiere ed il loro amore li spinge l’uno verso l’altro e come fiamme
palpitanti di vita si rincorrono nell’orbita della luce. Sembra, in obbedienza
a qualche grande legge della fisica, più potente della gravitazione e più
sottile, che devono fondersi fisicamente ciascuno in ognuna passione amata e
contemplata… di fronte ai miei stessi occhi. Non c’è da meravigliarsi che
fossero chiamati i meravigliosi amanti.
Un giorno
trovai sul sedile vicino alla finestra
un libro di versi si è aperto da sé, per la lunga abitudine:
E’ così dolce stare appena un po’ separati,
Conoscersi
meglio e mantenere
La
delicata soave sensazione vilipesa
Di due
che si toccano
O amore,
non ancora!
Manteniamo
il nostro amore
Avvolto
nel sacro mistero
Ancora
per un po’ di tempo
In attesa
degli anni che verranno
E che mai
arriveranno!
Imparai
quei versi a memoria e vidi in una bianca visione i loro grandi Spiriti innocenti.
Essi sono come dei fanciulli, non comprendono il male che li circonda. Giocano
con il fuoco della Natura, si giocano del loro dio pregano ancora gli antiche
dèi, hanno inventato o meglio ancora, appreso delle sconosciute regole e
invisibili formule, hanno inventato un sistema diverso e lo hanno portato alla
tavola non del successo ma da gioco con cui si compone la vostra vita
aspettando di vincere.
Attenzione!
Gridai!
Dio è
dietro di voi.
In nome
suo e di altri sconosciuti dei celebrati fanno muovere oscure regole per ogni
nuovo sistema escogitato. Non avete possibilità di vincere!
Sorvegliai
ancora.
Gli anni
passavano e la brama incompresa del loro amore non si estingueva anzi diveniva
sempre più acuta fino ai confini della patologia. Furono torturati per questo.
Come molti altri, lo ammetto. L’uomo e la sua Natura hanno fatto un miracolo, si
sono giocati di quel Dio pregato, e neppure Lui o chi in suo nome gli perdonò
il misfatto. Avevano deturpato la Terra quando furono divisi da questa Eresia.
Tremò
anch’essa di paura.
Io che
vedo ed ho visto so!
Nessun
amante ha avuto la loro èstasi amorosa, non avevano ucciso l’amore con le
solite pretese unite e celebrate in comuni convenevoli, lo avevano coltivato
negando l’amore come siamo soliti conoscerlo anche in senso filosofico, e
negando cotal amore lo condussero al punto di morirne dal desiderio. È un vero
delirio d’amore incompreso, ma poi un giorno, gli dei o uno solo di loro si alzarono
dal loro Olimpo e guardarono l’uomo e quella strana Natura che s’erano beffati
di loro.
Ed in
qual medesimo Tempo l’uomo e la sua Natura si guardarono negli occhi, Uno come
il Dio che li giudicava ed avevano beffato accompagnato dai suoi dei, e si
accorsero che visti e scrutati l’amore morto. La luce andata. La fiamma spenta.
Tutto divenire incomprensibile peccato da tutti indistintamente giudicato.
Sembrava che il desiderio una volta osservato e tratto nel Tempo nato e contato
morisse. E morì divenendo il Sogno - ugual Sogno - dell’oscuro Primo Dio celato
Straniero al proprio Creato.
Gli dei o
uno solo di loro giocano una diversa partita alla tavola in cui qualcuno li ha
posti.
L’uomo
muore ed arde di ugual antico primo desiderio, un uomo morto al tavolo del loro
strano gioco. Lei, Madre Natura, si dischiuse al voto da chi mai pur celebrata l’ha conosciuta.
Ve l’ho
detto e lo so!
Pur
perdendo vinsero, come state vincendo voi sulle vostre colline dal bianco o
rosso vino offerto come il sangue del dio che ride, che ride per come pregate o
peggio desiderate e pur pregando e desiderando mai avete conosciuto il vero
amore inchiodato…
(liberamente ispirato
da un racconto di J. London, Quando Dio ride)
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